Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it – 15/04/2019 Autore: Pino Perciante
Rilevati valori oltre 400 becquerel/mc superiori a quelli dettati dalla direttiva Ue.
Un tema ancora poco conosciuto quello dei rischi per la salute legati al gas radon. Dopo l’allarme di Lagonegro, si accentua la sensibilità di enti scolastici e genitori verso gli ipotetici pericoli per la contaminazione radioattiva, seppur di bassa intensità. E in attesa delle «raccomandazioni» e della road map che varerà la Regione, viene rivalutata con attenzione un’indagine dell’Arpab avviata nell’autunno del 2013 e conclusa nel mese di luglio del 2018 relativa ad analisi eseguite in tutti i comuni lucani. La normativa che vige al momento in Italia è quella del Decreto Legislativo 241 del 2000 in cui i valori raccomandati sono di 500 becquerel a metro cubo, in contrasto con la Direttiva Europea in vigore già dal 2014 (ma non ancora recepita nel nostro Paese) la quale prevede che la soglia di esposizione al radon non dovrebbe superare i 300 becquerel per metro cubo. Ancora più restrittiva, l’Organizzazione Mondiale della Sanità che stabilisce un valore non superiore a 100 becquerel per metro cubo. Lo studio dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, mostra come nel 70 per cento dei comuni lucani le concentrazioni di radon sono sempre inferiori ai 200 becquerel per metro cubo, nonostante in alcuni casi sono state esaminate molte scuole (come per esempio a Potenza, dove le misurazioni di radon hanno riguardato 15 edifici scolastici).
Segue un gruppo di comuni che corrisponde al 14 per cento dove si superano i 200 becquerel per metro cubo. Tra questi comuni figura Matera dove i valori più alti sono stati rilevati nella zona dei Sassi. Nel restante 16 per cento dei comuni sono stati rilevati valori superiori a 300 becquerel per metro cubo, e in circa la metà di questi comuni si superano anche i 400 becquerel a metro cubo. Le zone calde , dal punto di vista del radon, sono il Lagonegrese, una parte della Val d’Agri e del Vulture–Melfese e alcune aree dell’entroterra materano. Sono dieci, in particolare, i comuni in cui esiste un rischio elevato con valori superiori a 400 becquerel per metro cubo. Si tratta di Maratea, Lagonegro, Marsicovetere, Sant’Angelo le Fratte, San Fele, Rotondella, Stigliano, Campomaggiore, Rionero e Forenza. In una parte di questi comuni sono state trovate strutture scolastiche in cui la media annuale di concentrazione del radon ha superato il valore soglia di 500 becquerel per metro cubo, motivo per cui è stato notificato l’obbligo di eseguire i necessari interventi di risanamento nell’arco dei tre anni successivi all’esito delle analisi. L’indagine dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ha coperto tutti i 131 comuni della Basilicata, interessando 268 edifici scolastici e 32 luoghi di lavoro, per un totale di 300 strutture. In ogni territorio comunale sono state generalmente esaminate almeno il 50 per cento delle scuole esistenti, dando priorità alle scuole dell’obbligo e dell’infanzia.