La Direttiva 2013/59/EURATOM del 5 dicembre 2013 stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti. Il gas radon costituisce la seconda causa di cancro al polmone dopo il fumo di tabacco. Le principali fonti di inquinamento da radon all’interno degli ambienti confinati sono: il suolo; i materiali da costruzione e l’acqua.
La misurazione semestrale del gas radon in vigore il 6 febbraio 2018
Occorre attrezzarsi per evitare sanzioni o addirittura la chiusura dell’attività. I lavori non potranno essere eseguiti dai datori di lavoro, ma richiederanno l’intervento di un tecnico esperto in radioprotezione. L’uso di estrattori potrebbe favorire il ritorno alla normalità così come un’adeguata ventilazione è sempre consigliabile per evitare alte concentrazioni del gas.
Qualora all’esito delle misurazioni previste, il livello di concentrazione dovesse risultare superiore al limite fissato di 300 βq/mc, la nuova normativa impone altre incombenze. Il proprietario dell’immobile dovrebbe presentare al Comune interessato, entro e non oltre sessanta giorni, un piano di risanamento. Il piano è approvato dal comune entro e non oltre sessanta giorni dalla sua presentazione, previa richiesta di esame e parere alla ASL competente. Terminati i lavori previsti dal piano di risanamento, il proprietario dell’immobile effettuerà le nuove misurazioni di concentrazione di gas radon su base annuale e dichiarerà al comune, sotto la responsabilità di un tecnico abilitato alle misurazioni di attività radon, il rispetto dei limiti previsti dalla nuova legge.
La Direttiva deve essere recepita dagli stati membri entro il 6 febbraio 2018 con un periodo di transizione di 4 anni dall’entrata in vigore il 6 febbraio 2014: ad ora nessuno schema di recepimento pubblicato da parte dell’Italia.